di don Mario De Maio
Mi resi subito conto che era un giovane dotato di grande intelligenza. Così, invece di limitarmi a correggere i suoi disegni, gli spiegai da cosa doveva partire: gli parlai di tutto ciò che è essenziale, gli parlai della semplificazione, gli parlai dell’ unità che deve regnare in ogni lavoro, disegno o pittura che sia. Queste parole, dette dal “maestro” di pittura a don Lorenzo Milani, diventarono per lui lo stile di pensiero e di comportamento di tutta la sua vita. Don Milani fu un prete scomodo che, già tanti anni fa, anticipò i temi che papa Francesco ha reso oggi attuali. Il suo libro Esperienze pastorali, pubblicato nel 1958, gli valse l’ammonizione del Sant Ufficio che lo fece ritirare dal commercio. L’esilio a Barbiana, una parrocchia di settanta famiglie, non bastò a bloccare e a spegnere la sua passione per l’altro, anzi ne stimolò tutta la creatività possibile. Don Milani capì subito che l’unica possibilità per gli ultimi, di poter accedere alle opportunità e ai diritti della società moderna, dipendeva dall’accesso alla “parola”. Per questo riunì quel gruppetto di ragazzi di campagna, che non avevano nessun accesso alla cultura, in una scuola che durava dalla mattina alla sera: la sua scuola non era luogo di trasmissione di informazioni, ma crogiolo dove forgiare una coscienza critica, luogo dove sviluppare le proprie capacità e fare esperienza di comunità. Questa esperienza è diventata, in cinquant’anni, un modello esemplare di educazione, educere, ovvero di come tirar fuori dalla mente e dall’animo dei giovani l’interesse per la cultura, per la politica, per la religione e per la vita. Lettera a una professoressa è ancora oggi un testo attualissimo, che ispira molte ricerche di pedagogia. Nonostante siano passati 50 anni dalla sua morte, il suo pensiero è ancora di grande attualità per la chiesa e per la società. Papa Francesco, con grande coraggio, il 20 giugno, andrà a Barbiana sulla tomba di don Lorenzo Milani. Per capire e approfondire il suo pensiero e i suoi gesti, dedichiamo a lui questo quaderno.