C’è una domanda che ritorna spesso nei momenti difficili e che, nella vita dei cristiani, assume un peso particolare: “Dio, dove sei”? Non sempre è facile ricordare e credere che la risposta, duemila anni fa, è venuta. Qualcuno in toni chiari e forti ci aveva detto che Dio non andava cercato nei cieli, né nei templi, né nel pensiero dei filosofi, ma potevamo incontrarlo nelle relazioni quotidiane con l’altro. L’altro, il più piccolo, il più povero, il più diverso ci avrebbe dato la possibilità di sperimentare il senso di ampiezza, di profondità e di infinito che il termine Dio evoca in noi. È lì che si gioca la capacità di dare e ricevere amore, nel semplicemente vivere. Tutto questo, apparentemente facile, porta con sé un lungo percorso di impegno, tensione e passione. Questa strada, incontrata dopo aver molto cercato, può dar senso al vivere, al soffrire e al morire. Sono sicuro di essere capito da chi condivide da tempo l’impegno a vivere una spiritualità per il quotidiano. Sento la difficoltà di trovare le parole giuste per mettermi in contatto con il desiderio che in ognuno di noi cerca di esprimersi tra difficoltà, sofferenze, fallimenti, tradimenti e incomprensioni. La vita è data ad ogni uomo, qualunque sia la sua condizione esistenziale, e con essa la potenzialità di essere vissuta pienamente.
Il periodo che attraversiamo è di grande difficoltà per la società e per la Chiesa. Per superarle, lo spazio che abbiamo a disposizione è costituito dalla nostra piccola comunità o gruppo, formato dalle persone che conosciamo e con cui condividiamo l’esperienza di tutti i giorni. È lì che siamo chiamati a sperimentare dinamiche nuove di vita attraverso la nostra presenza discreta, attenta alle finezze dell’amore. Il Natale, con le contraddizioni e con la ricchezza simbolica che ciascuno di noi gli attribuisce, può aiutarci a far “nascere” nella nostra vita una potenzialità inedita e latente che da tempo aspetta di essere riconosciuta e accolta. Questo Quaderno vuole essere una interruzione nel modo qualche volta scontato di pensare il Natale. Abbiamo cercato di far sì che profumasse di freschezza, di creatività e di tanta amicizia. Prendetelo come il nostro dono di Natele per dirvi grazie per l’attenzione e l’affetto che ci offrite in questo tentativo comune di vivere una quotidianità diversa che prende luce, ispirazione e forza dalla storia iniziata con la nascita di Gesù.
Buon Natale.
don Mario