Siamo circondati da gesti apparentemente altruistici, dal semplice atto di cortesia – cedere il posto a una persona anziana in metropolitana – al sacrificio eroico, per il quale gli esempi sotto gli occhi di tutti sono innumerevoli in questi giorni. Come possiamo definire l’altruismo? Altruismo è l’interesse, fine a se stesso, per il benessere altrui; la disposizione a interessarsi degli altri e al loro bene, anche sacrificandosi, ponendo il bene altrui come fine delle proprie azioni. Il filosofo francese Auguste Comte, che nel 1831 coniò il termine “altruismo”, ritiene necessario e possibile orientare la società verso una tappa più elevata, che definisce “religione dell’umanità”, facendo leva su quei sentimenti altruistici che hanno il nucleo naturale negli affetti familiari e che possono essere rafforzati con l’educazione. Secondo Comte l’ideale morale è il vivre pour autrui, subordinando gli interessi e il benessere dell’individuo a quelli dell’umanità.
Scopriamo in questi giorni quanto sia “funzionale” alla sopravvivenza individuale una responsabile condotta “altruistica”: lo scopriamo in virtù dell’istinto alla sopravvivenza, che normalmente provoca comportamenti egoistici e competitivi, mentre ora fa emergere la necessità di una solidarietà di gruppo, di un “altruismo interessato” – potremmo dire egoisticamente motivato – per non pagare un prezzo altissimo a scelte e comportamenti sconsideratamente egoistici. L’evidenza che soggiace è l’interdipendenza tra le persone, il bisogno che ognuno ha dell’aiuto altrui per vivere e per soddisfare le proprie necessità.
Ma l’idea di altruismo che tutti noi abbiamo in mente è qualcosa di ben diverso, una spinta ad anteporre il bisogno dell’altro al proprio, in forza di una motivazione che supera le ambiguità delle teorie psicologiche, che dubitano l’essere umano sia capace di comportamenti altruistici in senso pieno, non motivati da una qualche ricompensa presente o futura. Un recente studio dello scienziato evoluzionista David Sloan Wilson, edito da Bollati Boringhieri nel 2015 e intitolato appunto L’altruismo, afferma che «il concetto di altruismo è estraneo all’immaginario di tutte le principali tradizioni religiose del pianeta», ma proprio le teorie evoluzionistiche insegnano che la capacità di atti oblativi, gratuiti, è generata dalla forza creatrice che anticipa e alimenta ogni gesto di bene, di giustizia, di fratellanza, di cooperazione compiuto dagli esseri umani. Papa Francesco usa altre parole per indicare l’origine e il fine dell’agire cristiano: «Il cristiano è uomo e donna di storia, perché non appartiene a se stesso, è inserito in un popolo che cammina.
Non si può pensare in un egoismo cristiano. L’identità cristiana è il servizio, non l’egoismo. Siamo chiamati al servizio. Essere cristiano non è un’apparenza o anche una condotta sociale, non è un po’ truccarsi l’anima, perché sia un po’ più bella. Essere cristiani è fare quello che ha fatto Gesù: servire».