CITTA’ DEL VATICANO L’ultimo incontro giubilare riservato alle “periferie” estreme della Chiesa – i venerdì della misericordia dedicati di volta in volta a malati terminali, ex prostitute, drogati, anziani abbandonati – stavolta sono stati riservati ai preti sposati. Il Papa in compagnia di monsignor Rino Fisichella e delle sue guardie del corpo, sulla solita Ford Focus dai vetri oscurati, ha lasciato Casa Santa Marta subito dopo pranzo per recarsi a Ponte di Nona, quartiere di Roma est. Ha suonato il campanello di un palazzone anonimo, ha preso l’ascensore per presentarsi davanti alla porta di un appartamento dove lo aspettavano sette famiglie, formate da giovani che nel corso di questi ultimi anni hanno lasciato il sacerdozio. Si sono innamorati e hanno deciso di mettere su famiglia buttando la tonaca alle ortiche.
Si è trattato di un segno di attenzione, vicinanza e affetto da parte del Papa alla categoria dei preti sposati. Nei mesi scorsi diversi ex preti si erano lamentati perchè nel programma del Giubileo mancavano momenti speciali dedicati a loro, una categoria silenziosa, piuttosto numerosa ma abbandonata in un angolo. IN Italia si calcola che siano attorno ai 7 mila, ma non esistono numeri certi.
All’interno dell’appartamento romano il Papa ha avuto modo di conoscere quattro ex preti della diocesi di Roma, in passato tutti ex parroci. Accanto a loro anche un ex sacerdote di Madrid e un altro dell’America Latina, anch’essi risiedenti a Roma, mentre l’ultimo proveniva dalla Sicilia. Di quest’incontro non sono trapelate indiscrezioni anche se l’attenzione del Papa ai preti sposati potrebbe accendere le speranze della categoria. L’associazione che li rappresenta ha inoltrato diverse lettere a Papa Francesco per fare presente la loro difficile situazione personale. In tanti vorrebbero poter partecipare più attivamente alla vita della Chiesa, anche in presenza di figli e mogli, ma non sempre è possibile. Una volta fuori usciti dalla Chiesa per mantenersi gli ex sacerdoti hanno trovato lavoro in fabbrica, hanno aperto negozi e piccole attività, altri sono insegnanti ma la maggior parte è alla ricerca di un lavoro. La laurea in teologia è difficilmente riciclabile. Al di là della professione intrapresa e del nuovo stato civile, gli ex sacerdoti lamentano una condizione sospesa, si sentono come se vivessero in bilico, in una specie di terra di mezzo. Una volta contratto il matrimonio con il rito civile di fatto finiscono automaticamente al di fuori della Chiesa, perdendo tante certezze. Il passaggio non è indolore e li fa soffrire enormemente. Bergoglio l’anno scorso, durante un momento pubblico, disse che prima o poi avrebbe affrontato il tema spinoso. Il celibato sacerdotale tuttavia non è messo in discussione. Quello che forse potrebbe essere introdotta è la figura dei viri probati, qualcosa in più dei diaconi, qualcosa in meno dei sacerdoti. Una via di mezzo. Chissà.