Papa Francesco all’Angelus ha ricordato che all’invito del Vangelo si deve rispondere con gratuità e senza calcoli: “piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama – ha detto – accogliamo Gesù come il pane della vita”
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Perché cerchiamo il Signore? Quali sono le motivazioni della nostra fede? Sono queste le domande che Papa Francesco rivolge ai fedeli all’Angelus dopo aver ricordato il Vangelo odierno che “presenta alcune barche in movimento verso Cafarnao”. La folla sta andando a cercare Gesù. “Potremmo pensare che sia una cosa molto buona, eppure il Vangelo – sottolinea il Pontefice – ci insegna che non basta cercare Dio, bisogna anche chiedersi il motivo per cui lo si cerca”. “Abbiamo bisogno di discernere questo, di capire quali sono le motivazioni della nostra fede “perché tra le tante tentazioni – afferma il Papa – ce n’è una che potremmo chiamare tentazione idolatrica”.
È quella che ci spinge a cercare Dio a nostro uso e consumo, per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere, per interesse. Ma in questo modo la fede rimane superficiale e anche – mi permetto la parola – la fede rimane miracolistica: cerchiamo Dio per sfamarci e poi ci dimentichiamo di Lui quando siamo sazi. Al centro di questa fede immatura non c’è Dio, ci sono i nostri bisogni. Penso ai nostri interessi, tante cose… È giusto presentare al cuore di Dio le nostre necessità, ma il Signore, che agisce ben oltre le nostre attese, desidera vivere con noi anzitutto una relazione d’amore. E l’amore vero è disinteressato, è gratuito: non si ama per ricevere un favore in cambio! Questo è interesse; e tante volte nella vita noi siamo interessati.
Oltre logiche di interesse e di calcolo
Francesco pone poi un’altra domanda, quella che la folla rivolge a Gesù: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”
Gesù indica la strada: risponde che l’opera di Dio è accogliere Colui che il Padre ha mandato, cioè accogliere Lui stesso, Gesù. Non è aggiungere pratiche religiose o osservare speciali precetti; è accogliere Gesù, è accoglierlo nella vita, è vivere una storia d’amore con Gesù. Sarà Lui a purificare la nostra fede. Da soli non siamo in grado. Ma il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare. C’è una relazione con Lui che va oltre le logiche dell’interesse e del calcolo.
Gesù pane della vita
“Questo – sottolinea il Papa – vale nei riguardi di Dio, ma anche nelle nostre relazioni umane e sociali”:
Quando cerchiamo soprattutto il soddisfacimento dei nostri bisogni, rischiamo di usare le persone e di strumentalizzare le situazioni per i nostri scopi. Quante volte abbiamo sentito da una persona: “Ma questa usa la gente e poi si dimentica”. Usare le persone per il proprio profitto: è brutto questo. E una società che mette al centro gli interessi invece delle persone è una società che non genera vita. L’invito del Vangelo è questo: piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama, accogliamo Gesù come il pane della vita e, a partire dalla nostra amicizia con Lui, impariamo ad amarci tra di noi. Con gratuità e senza calcoli. Amore gratuito e senza calcoli, senza usare la gente, con gratuità, con generosità, con magnanimità.
Papa Francesco ha infine esortato a pregare “la Vergine Santa, Colei che ha vissuto la più bella storia d’amore con Dio, perché ci doni la grazia di aprirci all’incontro con il suo Figlio”.