LEGGERSI DENTRO, ALLA LUCE DELLA BIBBIA

I RACCONTI DELLA VITA DI ABRAMO

9. Genesi 14,17-24

Spunti di riflessione:
Il questo brano appare un personaggio speciale, un re che non ha partecipato alla guerra che si è appena conclusa. Il suo nome è Melchisedek: Re di giustizia, Re di pace. (Ebr.7,2).
È una figura enigmatica di cui non si parla in altre parti dell’Antico Testamento, se non nel Salmo 110.
Il Nuovo Testamento, la lettera agli Ebrei, gli riserva invece tre capitoli, dal 5° al 7°.
In essi Gesù viene presentato come il più grande dei sommi sacerdoti, proclamato tale da Dio alla maniera di Melchisedek.
Il brano della Genesi che stiamo leggendo si presenta dunque costruito su diversi strati e allude ad avvenimenti che si verificheranno in momenti diversi nella storia del popolo ebraico.

Melchisedek benedice Abram e gli offre pane e vino come segno di alleanza.
Abram accetta la benedizione riconoscendolo come sacerdote del suo stesso Dio, l’Altissimo, creatore del cielo e della terra.
Condividono il pane e il vino. Segno della vita che viene nutrita e custodita: il pane, alimento quotidiano e il vino, segno della gioia e della festa.
A melchisedek, Abram offre la decima dei suoi beni, sigillando così l’alleanza tra loro.
Vediamo qui anticipate in filigrana, l’immagine del Sommo Sacerdote e l’offerta della decima che verrà istituita nel momento in cui Aronne e la tribù dei Leviti verranno designati nel ruolo di sacerdoti del Dio d’Israele. (Num.18,20-21)
Anche la condivisione del pane e del vino entrerà in seguito nel rituale delle celebrazioni ebraiche e diverrà poi segno dell’Eucarestia per i cristiani.

La scena appare completamente altra con il re di Sodoma che riconosce in Abram il vincitore della guerra da poco finita. Abram non solo aveva vinto, ma aveva riportato sulle proprie terre il popolo deportato, compreso Lot e il suo clan.
In segno di alleanza Il re di Sodoma vuole condividere la vittoria e il bottino.
Abram, però rifiuta: non chiede nulla per lui. Chiede solo che i tre amici che lo avevano aiutato nella battaglia ricevano la loro parte.
È proprio questa espressione che riecheggia e ci rimanda al libro dei Numeri, 18,20-21.

Il Signore disse ad Aronne: Tu non avrai alcun possesso nel loro paese e non ci sarà parte per te in mezzo a loro; io sono la tua parte e il tuo possesso in mezzo agli Israeliti. Ai figli di Levi io do in possesso tutte le decime in Israele per il servizio che fanno, il servizio della tenda del convegno.

Abram esprime la sua rinnovata fiducia al Dio che lo ha chiamato fuori dalla terra dei suoi padri.
Lo chiama con un nome preciso e lo definisce colui dal quale si attende aiuto concreto e protezione.

Per approfondire:

ANDRE WENIN, Abramo e l’educazione divina, EDB, Bologna, 2017, pp.56-61.

Invito alla preghiera:
In questi giorni in cui assistiamo all’escalation della guerra in Ucraina, nutriamo la nostra fiducia nel Dio della Vita, in comunione con chi vive nell’angoscia, nell’incertezza del futuro, nel rischio di dover abbandonare le loro case e tutti i loro beni.

SALMO 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene».
Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore.
Si affrettino altri a costruire idoli:
io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.