A COSA SERVONO GLI ESERCIZI SPIRITUALI?
Andiamo in palestra per mantenere il corpo in movimento, per tonificare i muscoli, per migliorare il benessere psico-fisico. A cosa ci si allena nella dimensione dello Spirito? Ci sono degli atteggiamenti spirituali per cui fermarsi e dedicargli giornate intere?
Da una quindicina d’anni, oltre agli esercizi spirituali proposti da don Carlo Molari, Ore Undici offre a Camaldoli la settimana estiva Fede in Ricerca. Un tempo speciale per chi desidera andare più in profondità, o meglio crescere in consapevolezza, sui temi cari all’Associazione: il semplicemente vivere, il difficile amore, l’esperienza di Dio, la figura di Gesù fratello di tutti.
Un dialogo tra spiritualità e psicoanalisi, prospettive che si intrecciano, si sovrappongono, a volte si oppongono e comunque non vanno confuse.
Confrontarsi sui propri vissuti, sulle proprie difficoltà a vivere il silenzio, l’ascolto,condividere la fatica di ritrovare fiducia in se stessi o in chi ci ha deluso; ridare spazio alla preghiera.
L’esperienza ci ha fatto sperimentare che crescita umana è crescita spirituale. Sono le due facce della stessa realtà.
Per via di levare: immagini di Dio che si rivelano false, perché impregnate di volontarismo, vittimismo e sadismo; riti ripetuti meccanicamente per contenere ansie, insicurezze, dubbi; sottomissioni obbedienti, che mascherano la fatica e il rischio di assumere personalmente delle responsabilità.
L’ottica di processo: che fa abbandonare ogni giudizio di essere meglio o peggio degli altri e permette di passare dal sentirsi colpevoli e peccatori, al ritrovarsi zoppicanti nell’assunzione della dimensione strutturale dell’incompletezza e della mancanza.
L’abbandono fiducioso: la dimensione spirituale che sempre più si è rivelata centrale, la perla preziosa di ogni incontro. Niente a che vedere con immagini infantili, ma punto di arrivo di una spiritualità adulta sulla scia di testimoni quali Etty Hillesum e Dietrich Bonhoeffer.
Quanti confronti e dialoghi sulla fatica di credere là dove la Vita sorprende e l’inedito mostra la faccia dura di un lutto, un trauma, una separazione, una malattia.
E allora Abramo con la testa in su a contar le stelle, Mosè che toglie i sandali al roveto ardente, la Samaritana al pozzo, Marta, Maria e Lazzaro a Betania, quest’anno la Maddalena in pianto alla tomba di Gesù, ci hanno via via accompagnato e consolato. Ci hanno aiutato ad alimentare la nostra fede, così come le parole dell’amico e fratello Arturo Paoli, che hanno sempre avuto uno spazio speciale tra noi.
E poi, dopo momenti di particolare intensità e delicatezza, trovano spazio anche le risate, il canto, il passito, le tisane al monastero, le passeggiate nelle faggete.
Stare insieme ha fatto crescere l’Amicizia calda, profonda, sincera che abbiamo riconosciuto come il dono più bello dello Spirito al nostro ritrovarci.
A volte viene difficile rispondere alla domanda su cosa facciamo durante le settimane di Fede in Ricerca. È più semplice provare e forse, come noi, troverete solo in parte le parole per dire la bellezza di momenti vissuti in quella terra del Casentino, dove pulsa e vive da secoli nella vita monastica di Camaldoli, una speciale ricerca ed esperienza dell’umano e di Dio.