Dedichiamo questo quaderno al tema del “confine”. Per introdurre l’argomento prendo spunto dal bel film di Giuseppe Tornatore La leggenda del pianista sull’oceano dove il protagonista dice: “Il pianoforte ha ottantotto tasti e si possono suonare un numero infinito di sinfonie. Se i tasti fossero infiniti sarebbe impossibile suonare anche una sola melodia”. In tutte le situazioni della vita vi è un confine che definisce ciò che una realtà è e ciò che non è. Questo avviene con i confini geografici, ma anche con le istituzioni, con le leggi, nella nostra vita relazionale. Ognuno di noi, nel cammino della sua maturità, ha strutturato dentro di sé un proprio confine. Il confine mi dice ciò che sono e ciò che non sono. Infelicemente nella società attuale, e di conseguenza nelle persone che vengono formate da questa cultura, il concetto di confine si fa sempre più indefinito. Pensate solo al tema dell’identità sessuale, quali messaggi nella pubblicità e negli intrattenimenti televisivi sfumano sull’identità di genere. Non parliamo poi delle regole, che sono indispensabili anche per giocare e persino per barare. Se poi, pensando alle nostre comunità, dovessimo definire chi è il cattolico oggi, avremmo un ventaglio così ampio di possibilità che sarebbe difficile raggiungere una definizione condivisa.
La domanda allora è: ha ancora valore il confine? Dobbiamo avere chiara la consapevolezza di dove stanno i confini, per non cadere in una confusione totale. I giovani vivono tristemente questa mancanza di chiarezza ed esprimono il loro disagio con il disorientamento o attaccandosi a modelli estremamente rigidi e contenitivi. Forse dobbiamo avviarci verso un modo di vivere “sui confini”, senza rinunciare alla chiarezza della propria identità. Intorno al confine possono scoprirsi nuove ricchezze fatte dall’integrazione delle differenze. Pensate quante novità possiamo trovare sui confini che riguardano la cultura, l’arte, la filosofia, la spiritualità, la teologia. Il confine può essere il luogo del nuovo e della speranza in mezzo a tante difficoltà.
Con questo quaderno iniziamo a presentare alcuni personaggi che nella Chiesa o nella società hanno espresso qualcosa di nuovo, di caratteristico e di importante. Incominciamo con Carlo Carretto, nella ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita. Piccolo fratello di Charles de Foucauld, noto alla generazione che ha vissuto la stagione del Concilio, Carretto ci è molto caro non solo per averlo conosciuto e frequentato ma anche perché ha segnato nel mondo cattolico un percorso di spiritualità indirizzato ai giovani. Spello è il luogo dove lui, dopo aver lasciato l’Azione cattolica, ha continuato ad offrire ai giovani e a tutti un’opportunità di esperienza spirituale basata sull’interiorità, il silenzio e l’amicizia.
don Mario