Vi consegno alla fine dell’estate questo quaderno che riporta i pensieri, le relazioni, le riflessioni del terzo incontro Dialoghi sulla fede su “Dio e la difficoltà del vivere” che si è svolto a Roma nello scorso mese di giugno. “Ogni giorno cozziamo costantemente contro la durezza del reale… Le difficoltà del vivere sembrano costituire un ostacolo all’esercizio della fede in Dio”: è don Carlo che afferma con forza che “la difficoltà del vivere è il volto negativo della grandezza della vita, che Dio è dalla nostra parte e non contro di noi. Il limite e l’ambiguità dell’esistenza sono le condizioni fondamentali per imparare a vivere, il soffrire porta al nulla e la sofferenza non può essere attribuita a Dio”.
Mentre vi scrivo questi pensieri, sento maestoso il suono di una grande campana che dal santuario di Montesenario diffonde da secoli il suo suono nella valle. Anticamente era un messaggio atteso, che convocava alla preghiera, oggi lo ascoltiamo in modo distratto, tra i tanti rumori che ci circondano. Due persone anziane presenti nella nostra casa recitano il rosario, insieme a tante altre persone, sintonizzati su radio Maria. A Madrid in questi giorni si sta svolgendo la “JMJ”, Giornata Mondiale della Gioventù, migliaia di giovani si preparano alla grande veglia di preghiera e all’incontro col Papa. Le statistiche informano che la maggior parte dei giovani del mondo postmoderno vivono la loro ricerca di spiritualità non contro Dio e la Chiesa, ma senza questo Dio e senza questa Chiesa. Vivono un senso di estraneità all’esperienza cattolica della fede, ma sono sensibili al sacro e al trascendente. Che dire? Le parole di don Carlo e quelle di Vito Mancuso tentano di portarci a un livello di consapevolezza su Dio più vicino e più rispondente alla domande che gli uomini, e soprattutto i giovani di oggi, si fanno anche se le risposte ufficiali sono ferme nel tempo. Nella misura in cui cresceremo tutti insieme nel ripensare il nostro Dio, la nostra vita sarà più serena e le nostre relazioni più profonde. Nel nostro faticoso e lento camminare, non mancano per fortuna amici-profeti del nostro tempo ( come Panikkar, il cardinale Martini, papa Giovanni XXIII, Tonino Bello e altri) che ci offrono sintesi nuove nella ricerca di Dio, attingendo a piene mani alle ricchezze della grandi correnti religiose del nostro tempo, aprendo sentieri di risposta alla domanda mai esaurita del senso del vivere umano.
Un caro saluto
don Mario