Una immagine di Dio di cui non vergognarmi è il pensiero che mi porto dentro dal nostro convegno invernale, svoltosi a Roma ai primi di gennaio, sul tema “Il Dio in cui non credo”. Sono ancora tante le immagini di Dio che circolano nelle nostre comunità e nella nostra società che non hanno niente a che vedere con Dio: sono rappresentazioni di un dio fatto a nostra immagine e somiglianza. Abbiamo tutti bisogno, credenti, non credenti e diversamente credenti, di pensare Dio in una forma nuova, più vera e più liberante. Qualcuno ha detto che le immagini di Dio sono “potenti” e possono fare molto bene o molto male. Sarà intanto opportuno rivedere “il Dio personale” che ci portiamo dentro, qual è la sua storia, come si è formata in noi e se ci aiuta a vivere e ad essere sereni e felici. Il criterio per accettare o correggere ciò che pensiamo di Dio è uno solo: non possiamo trovare Dio se non cerchiamo ogni giorno il senso del nostro vivere, se non guardiamo in modo compassionevole e fraterno i nostri fratelli, se non scopriamo in ogni circostanza ricchezze e stimoli nuovi di vita. È questo il cammino che Gesù ha tentato di trasmetterci e che fa ancora fatica ad essere al centro dell’esperienza cristiana. In questo numero dei Quaderni e nel prossimo vi offriremo le relazioni del convegno di gennaio, riflettendo prima su “il Dio in cui non credo” e poi su “il Dio in cui credo”. Potrete anche ascoltarle direttamente dai cd che sono a vostra disposizione, saranno un grande aiuto per la nostra comune riflessione. A voi che leggete questo editoriale rivolgo l’invito, se ancora non l’avete fatto, a rinnovare la quota associativa per il 2011. E se ci volete veramente molto bene, trovate un altro amico che sostenga con il suo abbonamento il lavoro che con passione andiamo svolgendo. Pensate se tutti accoglieste questo invito: potremmo raddoppiare il numero dei sostenitori!!! E per noi sarebbe un grande aiuto!
don Mario