Papa Francesco, rivolgendosi alle giovani coppie in occasione della festa di s. Valentino di quest’anno, le ha invitate a pregare ogni giorno cambiando leggermente le parole del Padre Nostro: “Dacci oggi il nostro amore quotidiano”. Per noi che abbiamo il pane, questa “variante” è quanto mai appropriata. Con una metafora diciamo che l’amore è come il pane, come l’ossigeno che ci nutre, ci fa vivere e respirare. È molto appropriato anche quell’”oggi” che vuol dire che in ogni momento abbiamo bisogno di amore. Amore, questo termine tanto usato e consumato, va inscindibilmente coniugato con il termine relazione. Sono le relazioni, la qualità delle relazioni, che ci permettono di vivere quotidianamente. La necessità di questa nostra esigenza profonda e strutturante, anche se sentita intimamente, è poco vissuta in modo consapevole. Siamo continuamente occupati e preoccupati dei nostri numerosi bisogni e non abbiamo tempo per ascoltare la voce tenue ma importante del nostro desiderio più profondo. Immancabilmente soffriamo, ma difficilmente andiamo alla radice della nostra sofferenza. La “qualità” delle relazioni, un termine tanto usato nel mondo aziendale, presuppone un lungo impegno di intelligenza, di ricerca e di riflessione. Come affinare la nostra capacità di metterci in relazione con l’altro, come riuscire a sintonizzare la nostra tensione interiore con l’animo dell’altro? Sono tante le difficoltà e gli impedimenti che ci vengono in mente. Ma se la nostra preghiera quotidiana sarà quella insegnata da papa Francesco, con il suo stile di grande attenzione e partecipazione verso tutti, saremo sulla buona strada. Questo quaderno riporta alcune delle riflessioni su questo tema sviluppate durante il nostro ultimo convegno di Trevi. Concludo con le parole- preghiera di Alessandro Barban: Signore dacci oggi il pane dell’amore, della vita, della libertà e insegnaci a condividerlo con chi non ne ha.
don Mario