L’amicizia è un sacramento usava dire sorella Maria di Campello. Fratel Arturo Paoli, che a fine novembre compirà i cento anni di vita, nella sua lunga esistenza ha coniugato questa affermazione in tutte le sue espressioni. L’Amico è il termine che pronuncia, con la dolcezza e la confidenza che si usa verso chi ci è veramente prossimo, per parlare di Gesù, il “Modello Unico” cui ha ispirato la sua vita. E ora che si trova “all’epilogo” come ripete spesso, di fronte alla morte afferma con semplice certezza. “Perché devo preoccuparmene? C’è un Amico che mi aspetta, se ricevi un invito sei felice di incontrare la persona che ti accoglie non ti preoccupi di cosa ti offrirà da mangiare o da bere.”.
Tra le tante parole pronunciate da Gesù nei vangeli, una di quelle che più hanno ispirato fratel Arturo, e continuano a ispirarne la predicazione e gli scritti, è quella del vangelo di Giovanni: “Non vi chiamo più servi ma amici”. L’amicizia è il sentimento di relazione tra noi che condividiamo l’esperienza della vita, è il legame che dice la qualità del rapporto con Gesù che ha vissuto la vita esprimendone le massime potenzialità di amore e di fiducia nel bene. Il grande desiderio e messaggio di Gesù, secondo fratel Arturo, è quello di “amorizzare il mondo”, ovvero trasformarlo in un mondo dove regni l’amicizia che non è soltanto relazione interpersonale ma dinamica dei rapporti a tutti i livelli, familiare, sociale, politico, economico, religioso. “Cercate prima di tutto il Regno di Dio” ovvero impegnatevi per realizzarlo a tutti i livelli. Se le nostre relazioni di coppia, di famiglia, di lavoro non si strutturano sull’amicizia, sono fragili. Senza le solide basi dell’amicizia il mondo diventa disumano e rischia di autodistruggersi.
Le parole e lo sguardo accogliente fanno di fratel Arturo il fratello di tutti, ma in particolare dei poveri e dei giovani, per i quali non finisce mai di appassionarsi e trovare nuove ragioni di speranza.
don Mario