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Indifferenza

Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Le parole di un grande intellettuale e uomo politico, Antonio Gramsci, rendono bene il senso di una malattia morale che può essere anche una malattia mortale. L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori. L’alternativa, diceva Don Milani, è I care, «me ne importa, mi sta a cuore». È il contrario esatto del motto fascista «Me ne frego». È questa la “definizione d’autore” che la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana, ha scritto per il vocabolario Zingarelli 2020.

L’indifferenza è tema frequente nella predicazione di papa Francesco: «L’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri. […] Il libro della Genesi ci aiuta a capire che l’indifferenza è un male insidioso sempre accovacciato alla porta dell’uomo (Gen 4,7). Caino, che ha appena ucciso il fratello, non risponde alla domanda «Dov’è tuo fratello?», al contrario reclama la propria autonomia: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Non gli importa del fratello: ecco la radice perversa, radice di morte che produce disperazione e silenzio. […]

Di fronte al virus dell’indifferenza, quale vaccino possiamo amministrare? Ci viene in aiuto il libro del Deuteronomio. Dopo il lungo tragitto nel deserto, Mosè rivolse al popolo eletto una raccomandazione fondamentale: «Ricordati di tutto il cammino…» (Dt 8,2). Ricordati, cioè “torna indietro col cuore”: fai memoria non solo con la mente, ma dal profondo dell’animo, con tutto te stesso. E non fare memoria soltanto di ciò che piace, ma «di tutto il cammino». Per recuperare la nostra umanità, per recuperare una comprensione umana della realtà e superare tante deplorevoli forme di apatia verso il prossimo, ci occorre questa memoria, questa capacità di coinvolgerci insieme nel ricordare. La memoria è la chiave di accesso al futuro.

(dal discorso di papa Francesco alla Conferenza internazionale sulla lotta all’antisemitismo e ai crimini connessi all’odio antisemitico, 2019)