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Rinascere

Natalia Ginzburg scrive ad Alba de Céspedes: «le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro e annaspare per

tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne». Alba risponde: «al contrario di te, io credo che questi pozzi siano la nostra forza.

Poiché ogni volta che cadiamo nel pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano, e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono di comprendere tutto quello che gli uomini – i quali non cadono mai nel pozzo – non comprenderanno mai».

Le due scrittrici parlano di un patire irriducibilmente femminile, eppure nel loro dialogo io riconosco la testimonianza del patire universale, non solo della donna e dell’uomo, ma creaturale. Da scrittrici fanno

vedere che la caduta può essere anche un inizio del cammino della conoscenza e del discorso.

La percezione centrale del pensiero della filosofa Maria Zambrano è quella dell’esistenza come fragile, avventuroso, incerto percorso di nascita. Un nascere permanente, eppure interrotto, sovente ignaro

di sé o invertito nella tendenza a disnascere, a disfare la creazione, a non manifestarsi. Un nascere che è il ritorno alla vera identità verso cui tendiamo, benché senza averla mai posseduta. Secondo lei nulla è davvero vivo se non conosce rinascita.

Senza alcun trionfalismo, perché nascere è sempre rischioso e richiede l’esposizione al dolore con il coraggio di non credere neppure nei sistemi di difesa e di riduzione del patire, ma di credere invece nella sconosciuta meta e in chi ci aiuta a nascere.

L’incompiutezza del nostro essere non si risolve semplicemente in fragilità,

dipendenza, relatività, ma vale anche come apertura, trascendenza, libertà, ricerca di un compimento che preme per uscire dall’utero rappresentato dalle condizioni fisiche, sociali, storiche e culturali immediatamente date.

Ciascuno di noi non è una statua, è un viaggio. Con tutti i rischi di questo viaggiare fallibile e sovente disorientato. Le nascite che maturiamo nel corso dell’esistenza richiedono sempre la libera scelta: sia la

nascita psicologica, sia la nascita sociale, sia quella spirituale, che dà luogo a un’autentica rigenerazione della persona.

(da Roberto Mancini, Esistere nascendo)