Omelia di don Mario
Il vangelo di oggi ci aiuta a rinforzare la consapevolezza che solo attraverso un processo di crescita possiamo raggiungere una ricchezza umana più completa.
Gesù ci offre una bella immagine, il granellino è metafora della vita. Quale pienezza di vita è dentro di noi?
Come far crescere la vita in noi e intorno a noi e come diventare soggetti attivi del processo del bene?
Spesso sentiamo la nostra piccolezza, la nostra insufficienza in noi e nel nostro impegno sociale e pensiamo che tale limite verrà poi colmato da Dio. Ci è difficile ripensarci come compartecipi con Dio nel processo di continuazione della creazione, come “con-creatori” con Lui.
Mi chiedo quali modelli di base possono condizionare questo percorso vitale?
XI Domenica del tempo ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4, 26-34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”.
Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra”.
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore