Omelia
In questo vangelo dove Gesù è morto ed è stato sepolto, incontriamo tre persone, molto amiche sue. La prima persona è la Maddalena, poi c’è Pietro e Giovanni. E’ interessante perché sono tre figure molto significative, tra le più vicine a Gesù. Sono tristi. Tutto intorno parla di morte. C’è il sepolcro. Maddalena va al sepolcro, come si fa anche da noi, tante volte, a visitare i morti. Maddalena va perché si porta nel cuore questa grande amicizia con Gesù. Arriva lì e rimane sorpresa, non c’è più la pietra che chiudeva il sepolcro. E’ stata rotolata via. Allora che fa? Corre a chiamare gli altri due amici. Anche loro rimangono sorpresi, entrano e vedono che Gesù non c’è più. E’ segno che qualche cosa è successo.
In questo vangelo abbiamo sentito nominare spesso il sepolcro. Per noi è chiaramente un’immagine simbolica: diventa il luogo della morte. Questa Pasqua è un pò particolare perché siamo un po’, quasi tutti, in un sepolcro. Intorno a noi si parla molto di morte. Anche noi, dobbiamo avere il coraggio di entrare nel nostro sepolcro. Cioè in quella parte di morte che ci impedisce di vivere, che ci impedisce di essere generativi. La vita genera e noi, se vogliamo verificare se veramente viviamo, lo possiamo vedere da ciò che siamo capaci di generare e cioè il bene, la ricchezza di vita che diamo, l’amicizia che sappiamo offrire. Che cosa possiamo fare di più nella nostra vita per donare vita agli altri? Per essere veramente generativi e non morti in un sepolcro?
Continuamente la sera, alla televisione, ci dicono il numero dei morti ed è sempre un colpo al cuore sentire quanti morti ci sono stati in quel giorno.
Oggi questa Pasqua è per noi una Pasqua del tutto strana. Una Pasqua anche speciale perché ci viene a parlare di una vita nuova. Questo è importante. Gesù con la sua resurrezione ci invita tutti a vivere una vita nuova.
Vedete, una vita è vera quando diventa generativa. I fiori sono stati generati da una pianta. Così è la vera vita quella che crea frutti, che produce. In questa Pasqua ci dobbiamo fare questa grande domanda: ma la vita che ho ricevuto è generativa? Produce frutti? Fa il bene? Cambia qualche cosa negli altri?
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Parola del Signore