3 maggio 2020
Questa sera monsignor Derio Olivero dall’ospedale Agnelli è intevenuto via skype alla trasmissione di Rai2 “Che tempo che farà” condotta da Fabio Fazio. Il vescovo di Pinerolo, prima di iniziare l’intervista, visibilmente commosso, ha voluto salutare e ringraziare tutti gli amici di Pinerolo e Fossano che lo hanno sostenuto e che hanno pregato per lui, nonchè il personale dell’Ospedale.
Circa la telefonata di Papa Franccesco ha confidato: «Mi ha detto tutta la sua vicinanza e mi ha detto che stava seguendo la mia situazione. Mi ha detto parole di conforto, di ringraziare i medici e di salutare gli amici valdesi. E poi ha dato la benedizione all’ospedale».
Fazio ha poi chiesto al vescovo il suo pernsiero circa la questione della riapertura delle chiese per le celebrazioni: «Per me la messa è una cosa fantastica. Quando celebro mi sento in pace, rinasco. Ma dobbiamo essere prudenti perchè questo virus è maledetto e non è passato. Qualcuno ha detto: il cristiano può anche essere martire. Martire sì, ma se noi apriamo troppo celermente per le messe noi non andiamo a rischiare la nostra vita, ma facciamo rischiare la vita ad altri portando il contagio. Sono contento che il giorno dopo il papa abbia detto più o meno le stesse parole».
E sulla messa ha aggiunto: «Una sospensione la possiamo fare. Serve anche a noi. Molti cristiani non erano degli affamati della messa prima. Se prendono anche un po’ di fame di messa gli fa bene. Detto questo, tanti hanno trovato altri modi di pregare personalmente. Dei genitori mi hanno telefonato e mi han detto: i miei figli non andavano più a messa, adesso la domenica ci colleghiamo tutti insieme in streaming e ci sono anche loro. Il futuro della chiesa non è solo la messa. Questa non è una parentesi. Si deve tornare con delle novità e dei cambiamenti. A livello di Chiesa torneremo diversi. Dio ci ha fatto capire che si può essere chiesa diversa».
Fazio ha poi chiesto al vescovo se ha avuto paura. «Se me lo avesse chiesto prima le avrei detto di sì – ha risposto mons. Derio -. Se me lo chiede ora le dico di sì. In quella fase in cui ero certo di morire io sono sempre stato assolutamente in pace. Non è merito mio, da dei tanti che mi sno stati vicini con l’affetto, moltissimi con la preghiera. Io sentivo un’energia che mi reggeva. Non ho mai avuto un minuto di paura».
Prima della chiusura del collegamento c’è stato anche il tempo per una battuta: il vescovo ha confessato di voler conoscere di persona Luciana Littizzetto e Nino Frassica per offrire loro un caffè.