Cara sorella, che tu sia Giovanna, Maria, Antonietta, Silvana o un’altra, e caro fratello, che tu sia Giuseppe, Antonio, Tommaso, Riccardo o un altro, ti scrivo queste due righe, per riflettere con te sul Natale imminente e far emergere ciò che entrambi, penso, sentiamo dentro di noi.
E’ il Natale del Covid, quest’anno. Siamo confusi e storditi, per l’aria che tira. E, proprio a Natale,
il disorientamento, prodotto dal Covid, raggiunge forse il suo punto più alto.
Eppure, non esistono due poli così contrastanti fra loro.
Il Covid è segno di dolore e tragedia, il Natale è segno di fiducia e speranza.
Il Covid è anche uno specchio, che ci rimanda l’immagine della realtà, che noi abbiamo costruito.
E’ un po’ l’espressione biologica dei virus culturali, che sono dentro di noi. Ci ha rivelato l’anormalità, presente nella nostra normalità, e ha messo in crisi i nostri modelli imperanti.
Natale, però, è un messaggio di fiducia nella vita e un atto di fede nell’uomo.
Dice che in noi esistono le risorse per il superamento del male.
Contro i tanti virus, etici e culturali, che ci portiamo dentro, Natale ci indica i vaccini liberanti:
- contro il culto dell’io (il virus), passare al culto del noi (il vaccino);
- contro il delirio di onnipotenza, scoprire i tesori nascosti nella nostra fragilità;
- contro il mito della tecnocrazia, dare un’anima all’economia;
- contro l’idea di profitto nell’uso della natura, generare un nuovo equilibrio tra uomo e creato;
- contro il desiderio di competizione e di performance, offrire i propri talenti per il bene comune;
- contro la paura del diverso, favorire l’ integrazione delle risorse di tutti;
- contro desiderio di avere, sviluppare il desiderio di essere;
- contro la ricerca dell’utile ovunque, passare all’agire disinteressato;
- contro il bisogno di relazioni virtuali, soddisfare il bisogno di relazioni reali; contro i miti del citius, fortius, altius, passare ai miti del lentius, suavius, profundius.
Per ognuno dei virus, esiste il vaccino per annientarlo.
Solo in tal modo, potremo favorire la pienezza vera della vita, dentro e fuori di noi.
Perchè gli orizzonti e i desideri dell’uomo sono molto più grandi dei bisogni, indotti dal sistema.
La luce del Natale ci aiuta a capire meglio la crisi e la lezione emersa dall’attuale pandemia e ci aiuta a guardare al momento attuale, come a una doglia del parto, che attende una vita nuova.
Se i virus, che abbiamo introiettato, sono espressione di difesa e di egolatria, Natale, invece, è segno di speranza e di prossimità: ci spinge alla speranza (da accogliere) e alla prossimità (da donare).
Vivere queste due dimensioni dipende da ognuno di noi; perchè ognuno è un piccolo granello, che può dare il suo contributo alla gestazione di un mondo più umano.
La nostra esistenza collettiva, come la nostra esistenza individuale, è una serie infinita di declini e di rinascite: ogni fine è sempre l’inizio di una fase nuova.
Ricominciare tutto da capo: questo è l’invito per tutti. Natale ci spinge a una nuova nascita.
Amica mia e amico mio, ti invio i più grandi auguri per un nuovo inizio ed una nuova nascita, con i vaccini preziosi della speranza e della prossimità.
Natale 2020 Nicola