231° giorno di guerra.
“Egli mette pace nei tuoi confini
E ti sazia con fior di frumento”
(Salmo 147, 14)
Stremati e senza più fiducia negli uomini, con i sopravvissuti di Rafah lasciati senza casa e senza pane, non ci resta che chiedere aiuto a te, Signore:
Solleva i deboli, abbassa i prepotenti e come prega il salmista, “risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”, ora che anche le tende vengono bombardate.
Abbassa fino a terra la follia di chi invece del pane per sfamare sa solo dare la morte per eliminare.
Fa crescere il piccolo numero di chi vuole la pace e riporta all’umanità il gran numero di coloro che vogliono ancora la guerra.
Libera i loro cuori dalla vendetta e dalla morte.
Ed io prego: “Egli mette pace nei tuoi confini”.
Ma dov’è la pace, Signore, nella nostra Striscia assediata e rasa al suolo? Dove sono le nostre frontiere che nessuno dovrebbe violare, se chi ci tiene in gabbia chiude i valichi perfino al pane?
“Egli ti sazia con fior di frumento”
Dov’è il pane, Signore, quello per sfamare i nostri piccoli e gli anziani allo stremo? A che mani hai affidato il cibo, le medicine, il gasolio, per non farci morire tutti oltre ai 36.000 già uccisi?
Padre nostro, Sia santificato il tuo nome in ogni persona che abita la Terra santa.
Tu che sei nei Cieli, abbassa lo sguardo verso la tua Palestina.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Il pane e la pace.
Guarda le 600.000 persone spostate da una zona all’altra, bombardate sulle loro tende e denutrite. I piani degli uomini sono manifesti: sterminare tutti i palestinesi di Gaza.
Venga il tuo regno invece di questi piani genocidiari.
Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme, 30 Maggio 2024