IL SOGNO DI GESÙ: UN MONDO DI AMICI
CELEBRAZIONE DELLA SETTIMANA SANTA
5 – 12 aprile 2020
SILENZISABATO SANTO11 aprile 2020 |
In una conferenza di parecchi anni fa ascoltai con attenzione padre Dalmazio Mongillo parlare del silenzio. Partì da una convincente metafora. Gli Esquimesi hanno circa 25 parole per definire la neve, mentre noi, che ne abbiamo una limitata esperienza, sappiamo aggiungere alla parola neve solo qualche aggettivo. A partire da quel giorno crebbe la consapevolezza e il silenzio si trasformò lentamente in tante sfumature di silenzi.
Silenzio di attesa, di stupore, di meraviglia, d’intuizione, di complicità, di gioia, di tenerezza, di commozione, di compassione, …
Poi i silenzi gravidi di significati che non arrivano a dirsi.
Silenzio di delusione, di paura, di angoscia. Il silenzio delle lacrime.
E quelli pesanti, che nascono dalle incomprensioni e che creano fratture, generano muri, scagliano pietre.
Quelli che ci bloccano nei nostri sepolcri o ci fanno implodere in gesti di distruttività.
E ancora i silenzi gravidi di dolore che non hanno parole per dirsi.
Gemito del creato, udito dalla sensibilità dei nostri giovani e giovanissimi.
Gemito di animali, gonfiati di ormoni per saziare la nostra avidità di cibo.
Gemito di tanti uomini e donne, provocato dalle guerre e dalle ingiustizie sociali.
Il gemito di sofferenza che dall’Egitto salì a Dio, ci racconta il libro dell’Esodo. Egli l’udì e scese di sua iniziativa, per liberare il suo popolo dalla schiavitù.
Sabato santo. Giorno di silenzio.
Giorno in cui ci viene chiesto di volgere lo sguardo verso Maria.
I Vangeli ce la presentano silenziosa, impegnata a custodire nel suo cuore ciò che del Figlio, non riusciva a comprendere.
Silenzi gravidi di attesa, di speranza, di abbandono fiducioso; racchiusi simbolicamente nel suo eccomi.
Silenzi che le permisero, figlia della fede del suo popolo, di essere piena di grazia, perché interiormente unificata e di restare, pur lacerata dal dolore, ai piedi della croce del Figlio.
La Benedetta che non ha avuto bisogno di correre alla tomba vuota, per credere nella Vita più forte della morte.
Vita silenziosa di donna, di credente. Che si sentì rispondere dall’angelo: il Signore è con te. Dio cammina con te.
Così come alla chiesa nascente Gesù Risorto promise: Io sono con voi, tutti i giorni fino alla fine del mondo. (Mt. 28,20)
Forse Dio attende che anche noi, come Maria, abitiamo la nostra interiorità, perché continui a divenire umana la forza del suo amore.
Tanti silenzi vissuti da Maria sono stati tradotti in invocazione al suo nome, nelle litanie che una volta venivano cantate nelle nostre chiese.
Litanie pregate anche per i santi, credenti che lungo i secoli, l’hanno seguita sulla strada della fede.
Anche noi, le preghiamo ancora, alla fioca luce delle candele, durante la liturgia della veglia pasquale.
Pregate per noi, fratelli e sorelle che ci precedete luminosi nella fede e nell’Amore.
Prega per noi Maria. Coi tuoi fecondi silenzi, intercedi per noi.
Agnese Mariangela Mascetti