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Un tempo per l’ozio

Il senso profondo e bello dell’amicizia

la convinzione di don Mario nasce dal vangelo: «non vi ho chiamati servi ma amici»

di Graziano Raschioni

Vorrei suggerire una riflessone su una formula che noi usiamo, “ritiro spirituale”, perché queste due parole sono antichissime, più ancora di “esercizi spirituali”, legate invece alla tradizione avviata da Sant’Ignazio di Loyola.

Ritiro spirituale è una pratica molto antica che si può sintetizzare in tre parole: «esci, taci, riposa in Dio». Innanzitutto esci, entra nel silenzio e riposa in Dio.

“Esci”: è quello che si fa uscendo dalla propria casa, dall’ambiente in cui viviamo quotidianamente, dalle nostre occupazioni quotidiane. Il solo spostamento fisico da un luogo all’altro non è sufficiente, bisogna uscire anche con la testa, portare tutto di noi stessi. Si può così entrare nel “silenzio” per riposare la mente, che è sempre molto attiva con pensieri, progetti, cose da fare, preoccupazioni: la nostra mente riceve continuamente stimoli, chissà quante cose abbiamo da mettere a posto! Entrare nel silenzio inizialmente può apparire fastidioso, imbarazzante, disagevole, portarci a pensare: «non so cosa fare», «che si fa ora?».

Il silenzio mette un certo disagio, ma piano piano ci possiamo entrare: «taci, taci mente». Se facciamo tacere la mente, è come creare uno spazio, uno spazio dove c’è posto per “altro”.

Allora ci permettiamo il riposo in Dio, possiamo sperimentare che la nostra vita non è tutto, possiamo prendere una distanza dai nostri pensieri, dalle nostre idee, dal nostro dolore, dalle nostre preoccupazioni, e sperimentare che siamo parte di un tutto più grande di noi. Questo è riposante: ci possiamo sentire parte di un tutto.

Proviamo a fare esperienza di questi tre atteggiamenti: uscire dagli schemi, dalle idee rigide che abbiamo, dare una “chance” ad altri pensieri, a emozioni, intuizioni, parole nuove, affinché possano entrare. È proprio un’apertura.

La pratica del ritiro spirituale è legata a questa dimensione della nostra vita che può aprirsi alla relazione con lo Spirito, lo Spirito di Dio che guida la nostra vita. Assecondare l’azione dello Spirito che agisce attraverso gli eventi, le sensazioni, le tribolazioni che sperimentiamo, ci porta a cogliere le occasioni nelle quali la nostra vita può conoscere aperture misteriose, perché è lo Spirito che agisce in noi. Impariamo a stare attenti alla vita accogliendola, perché ogni giorno, ogni momento, è importante perché portatore di vita e apertura.

GRAZIANO RASCHIONI - Presbitero della diocesi di Lucca, è parroco della chiesa della Natività di Maria, nella frazione Bicchio di Viareggio. È inoltre cappellano dell’ospedale Versilia. Ha vissuto dieci anni in Brasile, nello Stato del Rio Branco, come missionario fidei donum, fino al 1995 quando è rientrato nella diocesi di origine.