LEGGERSI DENTRO ALLA LUCE DELLA BIBBIA
I RACCONTI DELLA VITA DI ABRAMO
2. Genesi 11,10-26
Vi invitiamo ad aprire personalmente la Bibbia, leggere il brano con pazienza e provare a riflettere e interrogarlo. Per questo indichiamo il testo senza trascriverlo.
Spunti di riflessione:
Normalmente i passi biblici che trascrivono delle genealogie non attirano la nostra attenzione e per questo siamo portati a saltarli.
I versetti su cui poniamo attenzione in questa settimana ci propongono una terza genealogia, già nei primi capitoli della Genesi.
Gen. 5,1-32 la discendenza di Adamo
Gen.10, 10,1-32 la discendenza di Noè
Gen. 11,10-26 la discendenza di Sem (terzo figlio di Noè).
Tra la seconda genealogia e quella di cui ci stiamo occupando è inserito il brano della torre di Babele.
La narrazione della storia di Abramo è dunque preceduta dal racconto dei suoi antenati.
Per cogliere il valore e il senso delle genealogie, dovremmo confrontarle tra loro, approfondire ciascun nome, interpretarne il valore simbolico.
Ci basti cogliere che i personaggi presentati, vivono un numero di anni sempre minore.
Qualcosa lungo gli anni impedisce sempre più alla Vita di fluire nella sua piena fecondità?
In questo tempo di Avvento anche la liturgia ci propone la lettura delle genealogie presenti nei vangeli inserite nei racconti dell’infanzia di Gesù: Luca 3,23-38 e Matteo 1,1-17.
Confrontate, ci permettono di evidenziarne la diversità. Quella di Matteo ha anche la particolarità di aver inserito i nomi di quattro donne, le cui storie possono essere lette e conosciute nell’Antico Testamento.
Per approfondire:
ANDRE WENIN, Da Adamo ad Abramo o l’errare dell’uomo, EDB, Bologna, 2008, pp.162-164
Invito alla preghiera:
INSEGNACI A PREGARE
Dacci la capacità di aprirci alla tua parola
Perché penetri in profondità e raggiunga le ultime radici.
Signore, la terra in cui siamo radicati
è molto più estesa delle nostre consapevolezze
e raggiunge profondità che sfuggono al cuore disattento.
Allarga tu questo cuore stretto
e rendici capaci di percepire
le voci che ci parlano nel profondo
e uniscici a quelli che vivono di Te.
Dacci la gioia silenziosa e piena di pace
della zolla che si offre all’acqua
che la vivifica e la rende feconda:
donaci la capacità di fondere la terra nostra
con l’acqua del tuo Spirito
e di generare in noi vita nuova,
che si esprime in luce e bellezza.
Donaci la pazienza nei tempi oscuri e opachi,
in cui la terra arida non conosce la pioggia
e i cieli sono chiusi e senza amore per noi.
La preghiera ci renda pazienti servitori dei cieli,
amici misericordiosi di chi attende,
consapevole o no, che tutto acquisti senso,
pienezza e consistenza,
che tutto si accenda della tua presenza. Amen
Giovanni Vannucci (1913- 1984)
sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria
(Dal libro preghiere di Ore Undici)
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