da “Crescere con le radici delle parole ebraiche” di Hora Aboav
BENEDIZIONE ברכה (Berachàh)! Questa parola esprime anche il senso della PROVVIDENZA.
Come la mistica ebraica racconta, la sua prima lettera ב riuscì a convincere il Signore ad avere il privilegio diiniziare la תוֹרָה (Toràh), perché avrebbe portato la ברכה nel mondo e avrebbe insegnato a procedere avanti, senza possibilità di dirigersi indietro, come la sua configurazione grafica insegna. Essa ci sprona a renderci consapevolmente contenitori dell’energia divina. È pura interiorità, atta al moto di rinnovamento della ר. La כ, sempre aperta al benvenuto, si accompagna al suono della lettera ה che risuona forte nel respiro della preghiera.
Le lettere di ברכה sono le stesse della parola ברכה (Berechàh) che oggi potremmo tradurre PISCINA, un contenitore d’acqua מיים (Màyim), simbolo di grande potere vitale.
Torna in campo la possibilità di una domanda persino doppia in questo essenziale palindromo: מי? מיי? (המי) CHI? CHE COSA?
La sua radice ב ר ך (Bet-Resh-Caf – qui finale) ci ricorda la parola ברך (Bèrech) GINOCCHIO. Oltre a tutte le qualità che possiamo riconoscere alla benedizione, possiamo aggiungerle anche quella della flessibilità. La benedizione diventa un monito per quando ci ritroviamo a essere rigidi e lontani da essa.
Altra parola importante: בָּרוּך (Barùch) BENEDETTO, la prima di ogni BENEDIZIONE ברכה
Abramo diventerà una BENEDIZIONE ברכה per tutte le famiglie della terra nel capitolo 12 della Genesi e proprio al verso 2 questa parola apparirà per la prima volta.
Ed è questo il mio augurio per tutti noi:
!וּהיה ברכה (Vehyèh verachà)
(SII) DIVENTA UNA BENEDIZIONE!