tratto dal volume “Da Adamo ad Abramo o l’errare dell’uomo – Lettura narrativa e antropologica della genesi” di Andrè Wènin
10 Queste sono le generazioni di Shem.
11 Shem aveva cento anni e fece generare Arpakshad due anni dopo il diluvio. E Shem visse, dopo aver fatto generare Arpakshad, cinquecento anni e fece generare figli e figlie.
12 E Arpakshad aveva vissuto trentacinque anni e fece generare Shelakh.
13 E Arpakshad visse, dopo aver fatto generare Shelakh, quattrocentotré anni, e fece generare figli e figlie.
14 E Shelakh aveva vissuto trenta anni, e fece generare Eber.
15 E Shelakh visse, dopo aver fatto generare Eber, quattrocentotré anni, e fece generare figli e figlie.
16 E Eber visse trentaquattro anni, e fece generare Peleg.
17 Ed Eber visse, dopo aver fatto generare Peleg, quattrocentotrenta anni, e fece generare figli e figlie.
18 E Peleg visse trenta anni, e fece generare Reu.
19 E Peleg visse, dopo aver fatto generare Reu, duecentonove anni, e fece generare figli e figlie.
20 E Reu visse trentadue anni, e fece generare Serug.
21 E Reu visse, dopo aver fatto generare Serug, duecentosette anni, e fece generare figli e figlie.
22 E Serug visse trenta anni, e fece generare Nakhor.
23 E Serug visse, dopo aver fatto ge nerare Nakhor, duecento anni, e fece generare figli e figlie.
24 E Nakhor visse ventinove anni, e fece generare Tèrakh.
25 E Nakhor visse, dopo aver fatto generare Tèrakh, centodiciannove anni, e fece generare figli e figlie.
26 E Tèrakh visse settanta anni e fece generare Abrarn, Nakhor e Haran.
Come la genealogia di Adamo al capitolo 5, la lista dei discendenti di Sem è composta da nove note standardizzate, con alcune varianti nella prima, che aggiunge un riferimento cronologico rispetto al diluvio, e nella nona che rimane incompleta. La lista descrive, in questo modo, dieci generazioni. Non è difficile vedere che questa prolunga il capitolo 5, che si concludeva con la menzione dei tre figli di Noè (5,32), tra i quali Sem, che si trova qui all’inizio della lista (11,10). Del resto, lo schema delle note è quasi identico a quello della lista precedente: «X aveva vissuto tanti anni e fece generare Y. E X visse, dopo aver fatto generare Y, tanti anni, e fece generare figli e figlie». Manca solo l’ultima frase dello schema utilizzato al capitolo 5 («e tutti i giorni di X furono tanti anni, e morì»).
1 Shern (Sem) 100 + 500 anni (600)
2 Arpacsad 35 + 403 anni ( 438)
3 Selach 30 + 403 anni ( 433)
4 Eber 34 + 430 anni ( 464)
5 Peleg 30 + 209 anni (239)
6 Reu 32 + 207 anni (239)
7 Serug 30 + 200 anni (230)
8 Nacor 29 + 119 anni (148)
9 Terakh 70 anni (f+1351 = 205)
10 Abram – Nakhor – Aran
La prima metà di questa genealogia è già nota al lettore (cf. 10,22-25). Contrariamente a quella del capitolo 10, però, questa segue una sola stirpe, apparentemente quella dei primogeniti. Infatti, eccezion fatta per Arpacsad, di cui si sa da 10,22 che non è il primogenito di Sem, gli altri tre nomi citati in 10,24-25 sono quelli dei primogeniti: Selach, Eber e Peleg. Per quale motivo il narratore privilegia la linea dei primogeniti? Non viene detto. Ma siccome il lettore ritrova il modello con cui ha familiarizzato nel capitolo 5, può aspettarsi che qualcosa succeda alla decima generazione. Infatti, alla decima generazione dopo Adamo, in 5,28-29, appariva il giusto Noè.
Tranne la ripetizione del verbo «far generare», che appare per ben tre volte per ogni nome, ossia in tutto 25 volte (27 con il v. 27 in cui appare altre due volte), quel che attira l’attenzione sono le età di queste persone. Certo, i loro giorni superano i centoventi anni, età stabilita come età massima per gli umani da Adonai in 6,3. Ma rispetto ai patriarchi antidiluviani del capitolo 5 che, eccetto Enos, vivono tutti più di settecentosettanta anni, questi hanno una vita che sembra accorciarsi per stadi successivi. Sem vive ancora seicento anni. Le tre generazioni seguenti girano intorno ai quattrocentoquaranta anni. Una nuova rottura sopraggiunge con Peleg (a causa della divisione della terra? Cf. 10,25), poiché la longevità si abbassa ancora di almeno duecento anni. Per di più, l’età della paternità è anch’essa molto più bassa. Mentre prima del diluvio variava tra sessantacinque e centottantasette anni, viene riportata qui all’inizio dei trenta anni, tranne per Terach, che deve aspettare settanta anni prima di generare. E l’evento è apparentemente tanto importante che il narratore non esita a ripeterlo due volte, alla transizione tra i vv. 26 e 27, ossia tra la genealogia e l’inizio della storia di Abram.