Il bisogno di sicurezza rafforza le chiusure identitarie e certe nauseabonde zaffate totalitarie invadono gli spiriti, in tempi come questi di debito e di austerità endemici. E però io scommetto che l’amore, vissuto nella diversità delle sue storie (…), possa essere uno tra gli antidoti più radicali, perché più intimi. Con queste parole di Julia Kristeva, tratte dall’introduzione di Storie d’amore (Donzelli editore), riprendo il dialogo con voi dopo un’estate ricca di passione e di riflessioni.
La fatica di tornare alla normalità quotidiana può essere superata dal desiderio di crescere insieme. Il crescere fa parte delle dinamiche della vita, ma l’aspetto più difficile da vivere è insieme. Le tante insicurezze ci fanno alzare muri di difesa, arroccandoci su costruzioni che giudichiamo come bene e che facciamo diventare bene assoluto. Tutte le nostre energie sono impiegate nel difendere questo bene che immancabilmente rimane fisso, bloccato e infine langue, anziché rinnovarsi e accrescersi con energie nuove che vengono dal confronto e dalla riflessione con gli altri. L’opposizione sistematica e strisciante tra persone e gruppi per difendere la verità, la giustizia, l’ortodossia, è il cancro che paralizza e porta alla morte la vita sociale e anche quella delle comunità ecclesiali.
La coscienza del nostro essere “nulla”, la fede che lo Spirito donatoci da Gesù alberga in noi, ma anche in ogni essere umano, deve portarci in un’altra dimensione: quella dell’amore e della tenerezza che è l’ambito in cui vengono sciolte le diffidenze, le preoccupazioni, le rabbie, le delusioni.
Il meraviglioso inno alla carità di san Paolo ci invita ad immettere potenzialità d’amore in tutte le situazioni, sempre e comunque. Quando la nostra razionalità, la nostra capacità comunicativa, la nostra buona volontà rimangono schiacciate e impotenti di fronte a situazioni complesse, senza apparente via d’uscita e disperanti, l’unica strada che rimane è quella di ritirarci nel silenzio per metterci in contatto con la grande e infinita potenzialità d’amore che alberga nel nostro intimo. Ritrovare il coraggio di esprimerla in tutte le sue raffinate espressioni, nella sua creatività e prepararci ancora una volta a sorprenderci del miracolo che l’amore può fare in ogni situazione. Collegandoci nel nostro intimo con questa enorme fonte di energia e di potenza, sempre a nostra disposizione, possiamo sperare in un mondo che abbia un volto più umano. Con la consapevolezza che, se amare è dare il nulla che noi siamo, questo nulla nella sua nudità e povertà può diventare un bene potente e prezioso. Era la fede su cui si poggiava l’ottimismo di Cristo e la fede che noi cristiani dobbiamo ogni giorno, ogni momento nutrire.
don Mario