Ci portiamo nel cuore l’originalità del suo pensiero, con immensa gratitudine. Ci ha presentato una teologia in dialogo con le domande del nostro vivere quotidiano.
Abbiamo voluto dedicare questo quaderno a don Carlo Molari, in preparazione alle giornate che faremo in suo ricordo a Civitella San Paolo, nei giorni 4 e 5 giugno.
Ci portiamo tutti nel cuore l’originalità del suo pensiero, di cui siamo grati. Accenno brevemente ad alcuni punti. Lui ha aperto nuovi orizzonti affermando che la teologia si aggiorna continuamente, per rispondere alle domande, sempre nuove, del vivere quotidiano. Un concetto quindi a lui caro era quello del processo dinamico. L’uomo non è in grado di accogliere fin dall’inizio la pienezza di vita offerta, ma lo può fare solo a frammenti, nello svolgersi del tempo.
Sulla divinità di Gesù poi, don Carlo affermava che per Lui la consapevolezza di essere Figlio speciale di Dio, era cresciuta lentamente nel tempo. Così, anche per noi, l’immagine che ci portiamo di Dio cambia nel tempo. Non è possibile rinchiudere Dio in una definizione. Dio è il Bene che tutto avvolge. La fede quindi, ci ha insegnato sempre don Carlo, è l’abbandono fiducioso al Bene.
Don Carlo aveva una grande attenzione per il pensiero di Teilhard de Chardin. Pochi sanno che questo suo interesse nacque quando il S. Uffizio (l’odierna Congregazione per la dottrina della fede), gli dette l’incarico di approfondire e indagare il pensiero del teologo e scienziato gesuita.
Si avvicina la Pasqua, don Carlo era sempre presente ai nostri incontri del triduo pasquale con le sue meditazioni. Ci mancherà! Ma lo sentiremo con noi, nei nostri pensieri.
Auguro a tutti voi un periodo di serena e profonda riflessione, con la speranza, nel cuore, che la pace torni presto fra noi.
Buona Pasqua!