Questo quaderno riporta le relazioni, i dibattiti e le riflessioni dell’incontro avuto a Roma in data 1 e 2 maggio con don Carlo Molari, Vito Mancuso e Arturo Paoli.
Coglierete le differenze e le ricchezze dei contributi dei nostri tre amici. La conclusione che ci portiamo dentro e ci accompagna nei momenti difficili è la congiunzione “e”, che diventa voce del verbo essere: fedeltà è cambiamento. Fedeltà si unisce al termine vivere. A tutti noi sin dall’inizio della nostra esistenza è affidato il compito di coniugare questo difficile verbo: vivere. È proprio vero che solo alla fine di un percorso di maturità, quando l’orizzonte del confine appare vicino che s’intravede tutta la portata e tutto il valore del vivere e del semplicemente vivere. Sono tante le distrazioni e le illusioni che ci possono distogliere da questo impegno. Persino la religiosità, la fede, come ci ha recentemente ricordato il cardinal Martini: se la fede non è unita ad un grande amore per la vita, non è autentica fede. Vi consegno queste pagine al ritorno dalle vacanze e alla ripresa delle attività, mi auguro che vi possano aiutare a ritrovare quello stile di vita fatto di ascolto, riflessione, silenzio che ci permette ogni giorno di lasciare i percorsi dove la vita ristagna e orientarci più decisamente sull’essenziale, sull’ interiorità, e avere occhi per cogliere dove la Vita sta germogliando qualcosa di inedito.
don Mario