La verità è l’amore di Dio per noi… la verità è una relazione: queste parole di papa Francesco, scritte nella lettera a Eugenio Scalfari, si intrecciano con le altre sue parole: abbandonatevi alla tenerezza, non abbiate paura dell’amore che ci hanno accompagnato nel nostro 25° convegno estivo di trevi. Temevamo che la crisi economica potesse ostacolare la partecipazione a questo appuntamento annuale degli amici di Ore Undici e invece, con nostra piacevole sorpresa, anche quest’anno abbiamo superato le 250 presenze. Le numerose persone nuove, gli adolescenti, i ragazzi e i bambini, hanno creato un’atmosfera di festa e di vitalità. Il clima che si respirava era del tutto speciale, fatto di entusiasmo e di gioia, insieme a un diffuso desiderio di cambiamento. Papa Francesco con la sua vita e le sue parole quotidianamente ci invita ad approfondire il difficile, anche se vitale, tema dell’amore. L’amore non può essere solo un precetto morale ma, oltre ogni idealizzazione, è fondamentalmente vita vissuta, relazione. tutti noi abbiamo l’esperienza quotidiana delle mille difficoltà che attraversano i nostri rapporti. In certi momenti ci sentiamo soccombere di fronte alle negatività, alle incomprensioni, ai malintesi, che rendono impossibile una serena continuità nell’impegno di amare. Nello stesso tempo siamo profondamente convinti che l’amore sia indispensabile come il respirare e il mangiare. Come uscire da questa difficoltà? Il pensiero che instancabilmente ci viene proposto da papa Francesco è che nell’amore noi incontriamo dio e nella misura in cui ci abbandoniamo fiduciosi a questo amore eccezionale che abita e avvolge ogni persona, realizziamo la nostra identità più profonda di uomini. Solo la tenerezza che nasce da questa fede potrà salvare il mondo. È forse questo il terzo cambiamento, operato dallo Spirito Santo, dopo le dimissioni di Ratzinger e l’elezione di papa Bergoglio? rivivere l’entusiasmo e le speranze inaugurate dal concilio Vaticano II, vedere finalmente una chiesa povera che parla di dio “nelle periferie del mondo” rappresenta certamente di un vero grande miracolo. Ci auguriamo che il “fuoco sotto la cenere” di cui parlava il cardinal Martini, animato dal potente vento dello Spirito che papa Francesco comunica, diventi un fuoco che trasformi i cuori. È bello immaginare “il popolo di dio“ riprendere a camminare con i credenti di altre confessioni, i diversamente credenti e i non credenti; tutti insieme affascinati dalla Verità, che non è una definizione dogmatica, ma un cammino di relazione.
don Mario