Omelia di don Mario
Quest’uomo sente che Gesù lo può accogliere ma non soltanto, può dargli finalmente una nuova vita, rendendolo sano. Guarito dalla sua infermità, avrebbe acquistato non solo la salute ma anche una nuova modalità di essere con gli altri, un nuovo modo di vivere tra i fratelli, un nuovo modo di presentarsi. E il Signore lo accoglie, lo accoglie in un certo senso trasgredendo le norme di quel tempo, norme non solo civili ma anche e soprattutto religiose. Lo accoglie in questa nuova vita da vivere e lo ammonisce di non dirlo troppo in giro perché non venga fraintesa la sua presenza. Gesù aveva difficoltà a essere accolto per la sua immagine, per il problema che c’era dell’attesa del Messia. Allora usa queste norme di prudenza affinché lentamente le persone possano accogliere il suo messaggio. Quali sono le riflessioni che possiamo prendere per noi? Certamente questa è una pagina difficile del vangelo, perché? Perché se pensiamo alle tante forme di emarginazione oggi, nella nostra società, quante forme nuove di malattia, quante persone vivono al margine della nostra società del benessere, diciamolo chiaramente, anche noi abbiamo delle forme di esclusione, con alcune persone non amiamo farci vedere, alcune persone ci danno fastidio. Qual è il nostro atteggiamento di fondo di fronte a queste persone? Vorrei parlare anche dell’altra parte molto difficile, del contrario, di come noi ci facciamo accogliere dagli altri. Noi siamo disposti ad avere la consapevolezza del nostro limite, della nostra povertà? Senza esagerare ma qualche volta sembriamo un po’ lebbrosi, sentiamo che gli altri schizzano via alla nostra presenza, che non siamo accettati. Noi che cosa facciamo per farci accogliere dall’altro per quello che siamo?
Dal vangelo secondo Marco (Mc 1, 40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Un lebbroso al tempo del Signore non poteva avvicinarsi a nessuno, non aveva nessun diritto di partecipare alla vita comune degli altri, doveva vivere fuori, lontano e ogni volta che si avvicinava qualcuno doveva annunciare la sua presenza.
Parola del Signore