Omelia
Nel vangelo di oggi, Gesù sembra concludere il suo discorso con quelli che lo stavano ad ascoltare. La maggior parte di quelli che erano li sperava che fosse lui il nuovo Messia che dava lustro al popolo ebraico e benessere a tutte le persone.
Gesù però sembra dire: vi ho fatto mangiare il pane, avete mangiato i pesci, ma attenzione che io non sono qui per risolvere i vostri problemi materiali di tutti i giorni. Sono qui per darvi una qualità di vita diversa. Voi dovete cambiate il mondo, non io.
Questo discorso è troppo duro e molti di quelli che lo ascoltano se ne vanno via. Gesù allora si rivolge ai suoi discepoli e al gruppetto degli amici presenti e dice: anche voi volete andare via?
Il nostro amico san Pietro si presenta e dice: Signore da chi vuoi che ce ne andiamo, tu solo hai parole che non finiscono mai e che ci aiutano a vivere.
Questo episodio ci mette in crisi.
Noi, perché veniamo in chiesa? Perché chiediamo al Signore che ci protegga? che ci faccia stare bene. E’ veramente sincero il nostro cuore? Veniamo a messa, ascoltiamo le parole del Vangelo per cambiare la qualità della nostra vita? Per essere veramente persone amiche con tutti così come Gesù desiderava?
In fondo anche noi vogliamo il pane, quello che si mangia, vogliamo il benessere fisico. Spesso non abbiamo quella profondità di animo che ci faccia desiderare di ascoltare le sue parole per cambiare la qualità della nostra vita.
Oggi, in questa celebrazione, cerchiamo di fare nostre le parole del Signore, sentiamo quello che lui ci dice: anche voi ve ne volete andare, perché io non sono qui per risolvere i vostri problemi quotidiani ma per cambiare la qualità della vostra vita?
Qual è la risposta che noi daremo? Saremo capaci di dire come san Pietro: Signore ma da chi vuoi che andiamo per cambiare la nostra vita?
In questo brano del Vangelo ritorna spesso questo termine: parola. Anche noi, quante parole diciamo dalla mattina alla sera. Tante volte non ci facciamo caso e le diciamo spontaneamente. Qualche volta le nostre parole mortificano gli altri, non aiutano gli altri.
E’ molto bello quello che ci suggerisce il vangelo: fare in modo che le nostre parole, suscitino vita negli altri, esprimano amore, cordialità, armonia.
Facciamo nostro l’insegnamento del Signore, facciamo in modo che prima di dire una parola, prima di dare un giudizio, ci pensiamo, ci riflettiamo. Facciamo in modo che le nostre parole non siamo un chiacchierare invano ma possano alimentare, suscitare e arricchire la vita che c’è nell’altro.
O Padre che sei fonte di salvezza, nella testimonianza dell’apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede. Fa che anche noi, come Pietro, possiamo dire: Signore da chi vuoi che andremo?
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore