Omelia
Prima di iniziare la liturgia facciamo un minuto di silenzio e riprendiamo il filo della nostra spiritualità, del nostro dialogo con ciò che ci supera, per arricchirla di nuovi contenuti.
Oggi troviamo i discepoli un po’ delusi, perché Gesù è risorto. E questo è impegnativo. Se Gesù è veramente risorto, vuol dire che tutte le sue parole sono vere. I discepoli sono perplessi, il loro sogno di un Messia che li avrebbe resi ricchi, potenti e famosi, viene distrutto perché il messaggio di Gesù è il contrario: bisogna essere poveri, servire gli altri, amare ogni persona.
Allora Gesù che fa? E’ interessante perché, non li tratta male, non li rimprovera, ma li manda ad annunciare la ricchezza e la bellezza della vita, della nuova immagine di Dio, che lui era venuto a portare.
Voglio ritornare sull’ultima frase del vangelo di oggi: Io sarò con voi sempre. Questa espressione di Gesù mette in crisi la nostra fede.
Si, è vero che noi vagamente ci crediamo, ma è difficile pensare che accanto a noi, nella nostra vita, soprattutto nei momenti più difficili, c’è una presenza speciale del Signore che ci da forza, che ci incoraggia, che ci aiuta a camminare.
I discepoli dubbiosi, sconcertati e incerti, dovranno diventare portatori di questo messaggio di fraternità e amicizia per tutti.
Oggi è la festa della Trinità che non è una cosa complicata come pensiamo di solito ma è la nostra fede nel Padre, il nostro amore nel Figlio Gesù Cristo, il nostro ascolto dello Spirito che ci è stato dato.
Dal Vangelo secondo Matteo (MT 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».