Omelia di don Mario
Questa pagina di vangelo che abbiamo letto ci inquieta e ci disanima. Anche noi come allora ci domandiamo che cosa è il bene, che cosa è la volontà di Dio.
Siccome la risposta non è facile, le perplessità sono tante e numerose. Però ognuno di noi ha già fatto la sua scelta. Ha scelto il percorso che pensa sia quello più vero, quello che porta più lontano nella vita di ogni giorno.
La pagina sorprendente che rimane nella storia è quella del “ chi è tuo padre e chi è tua madre e chi è tuo fratello?” Gesù li sorprende tutti dicendo che padre, madre e fratelli sono le persone care con cui vogliamo vivere la nostra esistenza.
Anche noi mettiamoci su questo binario e chiediamo perdono al Signore per averlo ignorato, qualche volta anche deriso e offeso, nel fratello. Dobbiamo anche noi dire “ecco mia madre, ecco mio padre, ecco mio fratello”.
XIV Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6, 1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”. Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore