Omelia di don Mario
I lebbrosi al tempo di Gesù, erano poveri uomini che non potevano avvicinarsi a nessuno, che non avevano nessun diritto di partecipare alla vita comune degli altri, che dovevano vivere fuori dalla città, lontano, che ogni volta che si avvicinavano a qualcuno dovevano annunciare la loro presenza.In questo brano del vangelo Gesù li accoglie e offre loro una nuova vita, rendendoli sani, guariti dalla loro infermità. Quali sono le riflessioni che possiamo prendere per noi? Se ripensiamo alle tante forme di emarginazione oggi nella nostra società, quante forme nuove di malattia, quante persone vivono al margine della nostra società del benessere. Anche noi a volte abbiamo delle forme di esclusione, con alcune persone non amiamo farci vedere, alcune persone ci danno fastidio. Fare del mondo un mondo di amici, accogliere l’altro, far sentire che nella nostra mente, nel nostro cuore c’è uno spazio per lui, questo è il desiderio di Gesù.Vorrei soffermarmi sull’atteggiamento dell’unico lebbroso che torna a ringraziare Gesù. Quanto è importante anche per noi saper ringraziare, saper dire grazie! Grazie per la vita, grazie per il Bene che ci avvolge, grazie per l’amicizia, grazie!Proviamo questa settimana a dire, come il lebbroso guarito, questa piccola parola: grazie!
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17.11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore