di Monique Baujard, Véronique Fayet, Marie Mullet-Abrassart, Véronique Prat, Dominique Quinio in “La Croix” dell’8 giugno 2020 (traduzione: www.finesettimana.org)
Una donna candidata all’arcivescovato di Lione! Dopo la provocatoria dichiarazione di Anne Soupa, i cattolici si interrogano. Gli uni sostengono l’iniziativa, gli altri si esasperano o la giudicano inopportuna, altri ancora sono indifferenti e pensano che la battaglia è altrove, ricordando che i cristiani devono anche impegnarsi nel mondo per renderlo più giusto e più solidale. Ma l’iniziativa sconvolge l’immaginario cattolico e questa è una buona cosa. Bisogna però agire per forza usando la provocazione?
Abbiamo bisogno, tutti insieme, di inventare la Chiesa di domani, una Chiesa capace di affrontare le domande esistenziali dei nostri contemporanei. Non è in discussione la pertinenza del Vangelo, ma il modo di annunciarlo, di condividerlo, in una società che comprende sempre meno il linguaggio e i simboli con i quali i cattolici esprimono e celebrano la loro fede. In un mondo che cambia rapidamente, la Chiesa ha bisogno di uscire dai percorsi battuti. Papa Francesco ci invita a farlo, sostenendo una Chiesa “in uscita”.
Ma noi siamo come prigionieri del nostro immaginario. Un immaginario modellato nei secoli e, riconosciamolo, da uomini. La Scrittura, l’interpretazione degli eventi e della storia, la teologia, il governo delle istituzioni, la predicazione: tutto questo è stato appannaggio esclusivo degli uomini per secoli. In queste condizioni, non è evidente che uomini di Chiesa decidano spontaneamente di condividere queste responsabilità con le donne. Come non vedere, inoltre, che la teologia può essere messa a servizio dello statu quo?
La condivisione delle responsabilità con le donne è del resto solo uno degli aspetti del problema più globale del ruolo dei laici. Oggi, l’immagine della Chiesa si è incrinata a causa dei molti abusi commessi al suo interno. Abusi sessuali, abusi di potere e di coscienza, relazioni spirituali che si trasformano in situazioni di forte influenza: gli esempi si sono moltiplicati e hanno provocato rabbia e disgusto tra i cattolici. Al di là delle colpe e delle devianze individuali, si rivela infatti un immaginario che ha messo il prete o il fondatore di comunità su un piedistallo, che ne ha fatto un uomo al di sopra di ogni sospetto. È urgente decostruire quell’immaginario, per stabilire relazioni più fraterne che tengano conto delle fragilità di ciascuno e di ciascuna.
Infine, siamo ancora prigionieri di una visione territoriale della Chiesa, presente soprattutto con le parrocchie. Ma queste ultime riuniscono sempre meno persone, e i credenti che partecipano alla vita delle parrocchie non vi trovano sempre quel nutrimento spirituale che cercano. Entrare in contatto con i nostri contemporanei implica inventare altri luoghi di Chiesa, e molte iniziative, a volte modeste, stanno già nascendo. Questo implica sicuramente la necessità di riflettere ad altri possibili ministeri. Christoph Theoblad ha già suggerito ministeri della governance, della Parola e dell’ospitalità. E si possono immaginare anche altre opzioni.
Inventare la Chiesa di domani richiede di poter parlare di tale immaginario, del divario esistente con la realtà vissuta dai cattolici e di lavorare per la sua trasformazione. La “Lettera di papa Francesco al popolo di Dio” ci invitava con forza a farlo. Ma nella Chiesa mancano i luoghi di dialogo. Se non ci sono luoghi per affrontare la questione del ruolo delle donne nella Chiesa, alcuni pensano che l’unica soluzione sia l’iniziativa spettacolare e la provocazione. Questo vale non solo in Francia dove Mons. Michel Dubost, attualmente vescovo supplente a Lione, ha cercato invano di convincere alcuni confratelli a costituire un gruppo di lavoro sull’argomento. A livello della Chiesa universale, i papi hanno scritto molte dichiarazioni sul “genio femminile” e sul ruolo delle donne nella Chiesa, ma non hanno mai istituito un vero dialogo con le donne.
Oggi, dei percorsi sono possibili, e la Germania ce ne dà l’esempio. Il Sinodo nazionale avviato su iniziativa dei vescovi tedeschi in stretta collaborazione con i laici, affronta temi sensibili: la morale sessuale, il ruolo delle donne, l’esercizio del potere e i mezzi per contrastare gli abusi, il celibato dei preti. Discussioni e votazioni sono regolate sulla base di un protocollo ben definito, e le discussioni permettono ai vescovi e ai laici, quindi anche alle donne, di ascoltarsi a vicenda e di prendere in considerazione gli argomenti degli uni e degli altri. In Francia, i vescovi hanno invitato dei laici a discutere con loro sui problemi dell’ecologia. È un argomento molto importante che trasforma i nostri modi di vivere e che, di riflesso, potrà contribuire a rinnovare la Chiesa. Ma oggi sogneremmo di andare oltre e vorremmo che anche i vescovi francesi preparassero un sinodo nazionale che possa affrontare di petto alcuni dei problemi a cui la Chiesa è confrontata. Sono molti i cattolici disponibili a lavorare con loro per immaginare la Chiesa di domani.