Il senso profondo e bello dell’amicizia
la convinzione di don Mario nasce dal vangelo: «non vi ho chiamati servi ma amici»
DON ANDREA CAPORALE ha presieduto la messa di congedo a don Mario, che si è tenuta venerdì 22 novembre nella chiesa del monastero di Santa Scolastica a Civitella San Paolo. Riportiamo la sua omelia.
Cari amici, oggi siamo radunati in questo monastero per salutare il nostro caro don Mario. Vorrei iniziare questa omelia con il ringraziare Dio per averci donato una persona come don Mario.
Non vorrei sembrare banale elencando le caratteristiche di don Mario, ma sono così rare le caratteristiche che lui aveva che sarebbe un peccato lasciarsele scappare. Come possiamo dimenticare la sua libertà interiore! O la sua mitezza!
Come possiamo non pensare alla sua intelligenza e sapienza!
Don Mario, uomo di Dio che si è speso totalmente per la causa dell’uomo: il Brasile, l’associazione Ore undici, l’amicizia con Arturo Paoli. Ha saputo coniugare nella sua missione di prete e di psicoterapeuta l’ascolto e la cura della fragilità umana con il mistero della vicinanza amichevole di Dio per l’uomo.
Sembra di sentirlo ancora adesso quando diceva a noi preti giovani:“dobbiamo scoprire il senso profondo bello dell’amicizia”. Spesso ci facevamo qualche chiacchierata con don Mario, sempre insisteva sulla bellezza e l’importanza dell’amicizia.
Perché questa attenzione all’amicizia? Spesso mi sono posto questa domanda. La convinzione di don Mario nasce dal vangelo: «Non vi ho chiamati servi ma amici».
Chissà quante volte don Mario avrà letto e riletto questo versetto.. Il cuore pulsante del vangelo è l’amicizia di Cristo con l’uomo. L’amicizia di Dio è il compimento del suo patto d’amore con noi.
Se ci pensiamo bene l’amicizia è il sentimento più alto che possa esistere al mondo. Il fine, lo scopo è quello di «amorizzare il mondo», uso un termine caro ad Arturo Paoli. Dalla philia (amicizia) arrivano altri termini: affettività, affettuosità, fedeltà. La philia è un’amicizia disinteressata. Non è che tu decidi di essere amico/amica di qualcuno perché hai qualcosa da guadagnare. Al contrario la philia è gratuita, non c’è utilità nell’amicizia, semplicemente l’amico è spiritualmente affine a te, è il completamento di te, l’amico è qualcuno che non potevi non incontrare nella tua vita. La philia è una cosa grandiosa, addirittura molto di più dell’eros. Qui ci sono i nostri amici psicoterapeuti che lo sanno meglio di me. Perché l’eros è passione, è alti e bassi, conclusioni e ritorni, la philia invece nasce e non può più morire. Questo ce lo ha indicato don Mario.
Puoi avere molte amicizie ma i veri amici, grandi amici, stanno qui nel cuore, con te. Se mai pensiamo qualche volta al vantaggio, allo sfruttamento dell’amicizia, la philia invece non centra niente con tutto questo, è del tutto disinteressata. L’amicizia non centra nulla con il potere, il ceto, i soldi, l’amicizia è una scintilla che nasce dall’uguaglianza.
Che nasce da dentro. L’amico, come direbbe Roberto Vecchioni, è il te stesso che sta dall’altra parte. Ecco perché Gesù non vuole servi ma amici, perché siamo lui dall’altra parte. Non siamo sudditi ma figli liberi e amati.
Allora quale è il frutto che dobbiamo portare? È un segno che dobbiamo lasciare nel mondo; la posta in gioco è alta perchè si tratta di “amicizzare” il mondo; cioè rispondere alla grammatica dell’odio con quella dell’amore!
Grazie don Mario perché ci hai indicato i due valori dell’amicizia: il valore dell’amicizia come possibilità di vivere in pienezza la nostra umanità e l’amicizia come mezzo per annunciare il vangelo.