Per parlare di futuro bisogna partire dai sogni che aprono a una realtà diversa. «Io ero una rana nel pozzo e non sapevo come fare per uscire», è una citazione della scrittrice bengalese rokeya Hossain che Adriana Valerio ha usato per dire la «voglia di saltare e uscire fuori, ma stando dentro al pozzo, nel buio delle mura, non poteva immaginare che cosa ci fosse fuori». Anche noi viviamo dentro al pozzo, e facciamo fatica a percepire una realtà diversa. Come fare, dunque, per vivere al di là della realtà che ci circonda? «La capacità di immaginare un mondo diverso è il futuro, è la possibilità di uscire dal pozzo non tanto per descriverlo ma per progettare un’alternativa».
Sono i sogni ad aprire la porta a una realtà diversa. Il sogno al quale si è ispirata Adriana è quello di rokeya Hossain, da lei narrato nel 1905 in un romanzo immaginifico, intitolato Ladyland – che si potrebbe tradurre con “terra di donna”. «La storia è ambientata in una società organizzata da uomini che, come sempre, sono occupati a fare la guerra. essi ritengono che l’educazione non sia molto importante, per cui consentono alle donne di andare all’università e di studiare. Le donne studiano e ideano alcune invenzioni per far sì che l’agricoltura sia più produttiva, che le acque siano convogliate, che i bambini vivano in una realtà armoniosa. Pensano una serie di invenzioni educative e di strategie tecnologiche per costruire una società dove si viva meglio. Quando gli uomini tornano sconfitti dalla guerra, le donne colgono l’occasione per prendere in mano la situazione.
In questo capovolgimento le donne aboliscono le dinamiche di dominio e di potere per creare una società dove possano realizzarsi le ricerche che avevano fatto. Questo è il sogno. È il progetto di una società diversa dove vi sia una forma di partecipazione nella quale anche le donne svolgono la loro parte». […]